Tra i tanti giochi di carte che fanno parte della tradizione italiana, il
Tressette è uno dei più diffusi, merito anche delle tante varianti praticate a livello locale. Una di queste è il “
Pizzico” (o “
Spizzichino”) che, a differenza della versione standard, prevede soli due giocatori anziché quattro. Di seguito, vediamo quali sono le regole più comuni di questo gioco (tenendo conto anche di possibili differenze esistenti tra varie tradizioni regionali) e le modalità di svolgimento di una partita.
Con quali carte si gioca
Come per la più canonica versione del Tressette, anche per lo Spizzichino è sufficiente
un mazzo da quaranta carte; pertanto, è possibile utilizzare la stragrande maggioranza dei mazzi regionali italiani. In alternativa, si può giocare con le carte francesi (o un mazzo regionale da 52 carte) avendo cura di rimuovere le numerali di ogni seme comprese tra l’8 e il 10, così da ridurre il mazzo a 40 carte. Le stesse che occorrono per giocare, ad esempio, a
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Scopo del gioco
L’obiettivo dei giocatori di Tressette a due è quello di
totalizzare più punti rispetto al proprio avversario, così da aggiudicarsi la partita al raggiungimento dei punti prestabiliti (di solito sono 21, ma ci si può accordare per fissare i punti necessari per la vittoria a quota 31 o 41). I punti possono essere cumulati mediante le
prese (che ogni giocatore può effettuare durante il suo turno di gioco) oppure con le ‘
accuse’, per le quali i due sfidanti si possono accordare (come vedremo meglio più avanti). L’assenza di un compagno di squadra con il quale ‘dialogare’ e impostare una tattica comune vanifica buona parte delle
strategie applicabili nella versione classica del Tressette, a favore di un approccio più individuale e modulato sulle carte che si hanno in mano.
Regole del gioco
Per cominciare a giocare, i due sfidanti si mettono d’accordo su chi sia il primo mazziere di turno; fatto ciò, questi mescola il mazzo e comincia a distribuire le carte. In linea generale,
ogni giocatore riceve inizialmente dieci carte coperte; poiché questa regola non è codificata con precisione (come del resto, il gioco stesso), in alcune zone d’Italia la distribuzione di prima mano si divide in due turni, in cui le carte vengono distribuite cinque per volta. Un’altra versione del Tressette Pizzico prevede una distribuzione più articolata: quattro pozzetti di carte coperte per entrambi i giocatori; in tal caso, ogni mazzetto resta separato, in quanto le carte non possono essere mescolate tra loro. Chi è di turno, ne sceglie due (dopo aver visto l’ultima carta di ogni mazzetto ricevuto) e gioca con le carte che ha in mano, mentre gli altri due mazzetti vengono messi sul tavolo con l’ultima carta scoperta. In alcune versioni di questa variante, ogni giocatore prende un solo mazzetto e lascia gli altri tre sul tavolo, con la prima scoperta e quindi ‘libera’ per essere giocata successivamente.
Completata la fase di distribuzione, il gioco si sviluppa in maniera leggermente diversa rispetto al Tressette a squadre: il giocatore di mano cala una carta, attingendo dal ‘ventaglio’ che ha in mano o prendendone una scoperta da un mazzetto. La giocata determina il ‘palo’, il seme di briscola valido per il turno, rispetto al quale lo sfidante deve rispondere. Se questi mette sul tavolo una carta di valore più alto, effettua la presa; in caso contrario, la giocata viene aggiudicata all’avversario. Quando si risponde con una carta di seme diverso (in gergo, si dice “giocare un piombo”), la presa va automaticamente a chi era primo di turno. La partita prosegue con gli sfidanti che, a turno, giocano una carta fin quando non hanno esaurito quelle a propria disposizione.
Va tenuto conto che nel Tressette vige una particolare gerarchia delle carte (che ricorda vagamente quella della Briscola), in base alla quale il 3 è prima in ordine di presa, seguito da 2, Asso, Re, Cavallo, Fante (o Donna, a seconda del mazzo), 7, 6, 5 e 4.
Punti del gioco
Alla fine di una mano, si procede al calcolo del punteggio. Al netto delle possibili variazioni regolamentari, i punti nello Spizzichino sono identici a quelli in palio nelle altre varianti del Tressette:
- 1 punto per ogni Asso preso;
- 1/3 di punto per ogni 2, 3 o figura.
Le altre carte sono scartine e, pertanto, la loro presa non guadagna alcun punto al giocatore che se le aggiudica. Ai punti di presa si possono sommare quelli delle accuse, se i giocatori si accordano per tempo sulla possibilità di fare ‘dichiarazioni’.
Dichiarazioni
Per quanto riguarda le già citate “dichiarazioni”, ossia le cosiddette “accuse”, non esistono regole univoche; pertanto, occorre distinguere tra la norma generale e i differenti usi regionali. Nel primo caso, la prassi vuole che i giocatori di Tressette a Pizzico non possano fare dichiarazioni e quindi non abbiano la possibilità di cumulare punteggio aggiuntivo con le ‘accuse’. In realtà, in molte parti d’Italia è prassi che due sfidanti possano accordarsi diversamente tra loro prima di cominciare a giocare, ammettendo quindi le accuse tradizionali previste dalla versione classica del Tressette:
- Il ‘bongioco’ (buon gioco), ovvero un tris di carte uguali (Asso, 2 o 3); vale tre punti mentre un bongioco da quattro carte uguali guadagna al giocatore quattro punti;
- La ‘Napola’ (o napoletana), una combinazione di Asso, 2 e 3 dello stesso seme; vale anch’essa tre punti.
Le accuse, almeno nel Tressette tradizionale a squadre,
possono essere dichiarate singolarmente o simultaneamente; in altre parole, un giocatore ha facoltà di dichiarare più ‘bongiochi’ e ‘Napole’. Anche in tal caso, se si gioca a Pizzico questo aspetto può essere deciso in maniera indipendente dai giocatori prima di iniziare la partita; lo stesso dicasi per le modalità e le tempistiche con le quali effettuare la dichiarazione. Per convenzione, il giocatore deve attendere il proprio turno per dichiarare l’accusa in proprio possesso e può comunicare l’accusa a voce o ‘bussando’ con le nocche sul tavolo.