FreeCell: come si gioca a questo solitario
Contraddistinti spesso da una storia secolare, così come molti giochi di carte, i solitari hanno conservato intatta la propria popolarità anche grazie ad una precoce digitalizzazione. Ad oggi, infatti, grazie ad app come Digitalmoka è possibile fare un solitario online direttamente sul proprio smartphone; naturalmente, non è sempre stato così, ma già dalla fine degli anni Settanta sono comparsi i primi “patience game” sviluppati esclusivamente come giochi per PC che, successivamente, saranno inclusi tra le applicazioni del sistema operativo Windows. È il caso, ad esempio, del noto FreeCell: di seguito, vediamo com’è nato e quali sono le regole di gioco.
Storia FreeCell
Il FreeCell deriva da due giochi molto simili tra loro, l’Eight Off e il Baker’s Game, dei quali si sa poco; quel che è certo è che, molto probabilmente, esistevano già in formato ‘cartaceo’ nella prima metà del Novecento, se non prima. Verosimilmente, il nome “Eight Off” fa riferimento al numero delle ‘celle libere’ (in inglese, “free cells”) in cui il giocatore doveva impilare le carte in sequenza, per valore numerale e colore; nel Baker’s Game, invece, è probabile che fossero previste solo quattro fondazioni. Per quanto riguarda quest’ultimo, la prima menzione data 1968; si trova in un articolo della rubrica “Mathematical Games” a cura di Martin Gardner, un noto matematico americano, sulla rivista Scientific American. L’esistenza di questo solitario fu portata all’attenzione di Gardner da un suo corrispondente, C. L. Baker (ragion per cui il gioco venne poi ribattezzato “Baker’s Game”); questi avrebbe imparato le regole del gioco da suo padre che, a sua volta, le apprese negli anni Venti da un inglese. Le origini di “Eight Off”, invece, potrebbero risalire alla metà degli anni Quaranta e ad un gioco scandinavo chiamato “Napoleone in Sant’Elena”, diverso dal quasi omonimo “Napoleone a Sant’Elena” (noto anche come Forthy thieves). Il moderno FreeCell nasce alla fine degli anni Settanta, quando Paul Alfille mette a punto un solitario che unisce il principio delle otto basi libere (in cui impilare le carte del tableau) dell’Eight Off con il meccanismo di spostamento delle carte del Baker’s Game, introducendo una sostanziale differenza, ovvero la possibilità di disporre le carte in colonna dall’alto verso il basso alternandole per colore (un po’ come nel Klondike e nel Canfield). Alfille realizzò una versione computerizzata del solitario nel 1978, mentre era uno studente di Medicina all’Università dell’Illinois, utilizzando il sistema PLATO e il linguaggio di programmazione TUTOR. Il gioco divenne popolare quando, nei primi anni Novanta, venne incluso nei giochi preinstallati su Windows. In un’intervista rilasciata nel 2000, Alfille ha spiegato che “non sono sicuro da dove venga esattamente il gioco stesso. Ricordo che da ragazzo ho letto di alcuni solitari, e uno era simile a questo (il FreeCell, ndr). Diceva che era un gioco simile agli scacchi, in cui si vedono tutte le carte allo stesso momento. Perciò era tutta questione di strategia e non di fortuna, quella imprevedibile che hai con le carte coperte. Mi sono gingillato un po’ con questo gioco, e ci ho giocato con le carte. Il mio cruccio era che giocando con le carte reali si finisce con un mazzo di carte ordinato numericamente e per colore. E non ero molto bravo a mescolare, perciò lo trovavo abbastanza noioso”. Circa il gioco progenitore del FreeCell, Alfille ha anche sottolineato che non aveva già le colonne multiple e gli spostamenti e che “prima di essere mai scritto per il computer, si giocava con carte vere”, aggiungendo che per lo sviluppo del solitario si basò “semplicemente sulla memoria” senza modificare deliberatamente giochi già esistenti.FreeCell: obiettivo
Lo scopo del solitario è quello di collocare tutte le carte del mazzo all’interno di quattro pozzetti (le ‘celle’ libere), sistemandole per seme e in ordine crescente. Per raggiungere tale obiettivo, il giocatore deve spostare le carte che si trovano nel tableau, rispettando determinate regole.FreeCell: regole
Vediamo adesso come si gioca a FreeCell. Dopo aver mescolato con cura le carte, il giocatore le dispone scoperte sul tavolo distribuite su otto file. Fatto ciò, poiché non c’è un tallone di carte residue, il gioco può subito iniziare. Per cercare di risolvere il solitario, il giocatore può spostare le carte tra le colonne del tableau, dal tableau alle ‘celle’ oppure tra le celle stesse, ma rispettando alcuni parametri. Le otto ‘celle’ nella parte del tableau non sono tutte uguali:- Le quattro di sinistra fungono da ‘appoggio’, ossia possono essere utilizzate per spostare momentaneamente una carta libera dal tableau, così da averla a disposizione per una giocata successiva o per liberare un’altra carta più facile da giocare;
- Le quattro fondazioni di destra, invece, sono destinate esclusivamente alla costruzione delle basi, formate dalle carte dello stesso seme impilate in ordine progressivo crescente (dall’Asso al Re).
- All’interno del tableau le carte possono essere impilate solo in ordine decrescente e alternando i colori (esempio: sotto un 7 rosso può essere collocato solo un 6 nero, e così via);
- Le carte allocate nelle fondazioni non possono essere spostate nuovamente nel tableau;
- È possibile spostare intere scale (o sequenze) di carte nelle celle libere, ma rispettando determinati parametri che vengono implementati automaticamente nelle versioni online del solitario, basate sulla formula matematica per cui M=N+1, dove N è il numero di celle libere ed M è il numero di carte che il giocatore può spostare.