Carte francesi, tutto quello che serve sapere


Note e diffuse in tutto il mondo, le carte francesi devono buona parte della propria fama moderna al Poker, il gioco associato per antonomasia a questo particolare tipo di mazzo. In realtà, vengono adoperate anche per numerosi altri giochi e solitari, inclusi quelli disponibili in versione online tramite app come quella di Digitalmoka. Ad alimentare il fascino delle carte da gioco francesi contribuisce certamente anche una storia lunga e affascinante, che affonda le sue radici nel tardo Medioevo e arriva fino ai giorni nostri. In aggiunta, pur vantando numerose varianti – incluse quelle regionali italiane – si contraddistinguono per una veste grafica ben riconoscibile, grazie alla foggia dei semi e la rappresentazione delle ‘figure’.

Carte da gioco francesi: storia

Benché l’origine delle carte da gioco sia ignoto, si ritiene che siano arrivate in Europa nella seconda metà del 14° secolo, a seguito dei contatti tra i popoli europei e i Mamelucchi egiziani. In Francia, la prima attestazione relativa alle carte da gioco risale già al 1377; fino al secolo successivo, i semi francesi erano molto simili a quelli che ancora oggi sono i semi tedeschi (Cuori, Campanelli, Ghiande e Foglie), prima di essere modificati attraverso un processo di stilizzazione: i cuori sono rimasti sostanzialmente identici mentre le ghiande si sono trasformate in fiori e le foglie in picche. I campanelli non sono stati sostituiti immediatamente con i quadri: fino alla fine del Quattrocento, infatti, i mazzi francesi prevedevano un seme di luna crescente, come testimoniato da un mazzo realizzato da François Clerc of Lyon, datato tra il 1485 e il 1496 circa, oggi conservato presso la Bibliothèque nationale de France. Nel corso della loro storia, i mazzi di carte francesi hanno subito l’influenza di altre tradizioni nazionali sviluppando, al contempo, alcune caratteristiche peculiari. Una di queste è la presenza della regina, un tratto più unico che raro nelle carte da gioco europee. I mazzi regionali italiani a semi spagnoli, così come quelli tedeschi, includono tre figure maschili (il Re, il Cavaliere e il Fante) mentre nelle carte francesi figura la Regina (Q). La raffigurazione dei volti venne influenzata notevolmente dallo stile in uso nei mazzi spagnoli, così come la postura del Re: mentre nei mazzi regionali italiani a semi spagnoli vengono rappresentati seduti sul trono, nelle carte francesi sono in piedi. Verso la fine del Cinquecento, i produttori francesi presero a realizzare delle raffigurazioni caricaturali dei reali di Francia: verso il 1580, comparvero dei mazzi in cui Enrico III regge un ventaglio anziché uno scettro. La reazione del sovrano non si fece attendere: nel 1581 furono proibite le caricature sulle carte da gioco che, contestualmente, cominciarono ad essere tassate. Molti stampatori si ribellarono, e preferirono emigrare in Germania o nei Paesi Bassi per proseguire la propria attività. Nel 16° secolo si colloca, per convenzione, anche la nascita delle moderne carte francesi, generalmente attribuita al mazzo di Pierre Maréchal, realizzato nel 1567 circa a Rouen, uno dei maggiori centri per la produzione cartaria dell’epoca. Nel corso del secolo successivo, altre città come Lione, Bordeaux, Troyes e Marsiglia videro fiorire la produzione di carte da gioco; tra il 1650 e il 1675, ad esempio, a Lione avevano sede oltre duecento botteghe di fabricants de cartes. Con il passare del tempo, la veste grafica del mazzo di carte francesi si stabilizza sempre più; le ultime modifiche significative vengono approntate nell’Ottocento: in questo periodo compaiono gli indici agli angoli delle carte e gli spigoli vengono smussati. In aggiunta, le carte divengono speculari, così da poter essere utilizzate senza che i giocatori fossero costretti a girarle.

Mazzo di carte francesi: caratteristiche

Un mazzo standard di carte francesi conta 52 carte (e due jolly), anche se esistono versioni da 32 e 36 carte. A prescindere dal numero, sono divise in quattro semi, due rossi (Cuori e Quadri) e due neri (Picche e Fiori). Ciascun seme è composto da 13 carte (nei mazzi da 52), di cui dieci numerali (dall’Asso al 10) e tre figure: il Re (King), la Regina (Queen) e il Fante (Jack). Dal punto di vista grafico, le svariate versioni nazionali del mazzo francese non presentano particolari differenze; per quanto riguarda le figure, invece, si registra una maggiore diversificazione. Nel cosiddetto “modello parigino”, che dal 1780 circa rappresenta il mazzo di riferimento, le figure sono speculari in diagonale; la stessa impostazione caratterizza le carte genovesi e i mazzi diffusi in Belgio (non a caso, si parla di “modello belga genovese”) mentre le regionali piemontesi presentano le figure speculari in orizzontale, al pari della versione russa delle carte francesi (“modello russo”) e delle varianti del “modello di Amburgo” utilizzate nella Germania settentrionale. Secondo il già citato “modello parigino”, ciascuna figura è la rappresentazione di un personaggio storico, biblico o mitologico:
  • Re di Picche: David (re d’Israele);
  • Re di Cuori: Carlo Magno;
  • Re di Quadri: Giulio Cesare;
  • Re di Fiori: Alessandro Magno;
  • Regina di Picche: Pallade, la dea della strategia in battaglia;
  • Regina di Cuori: Giuditta, un personaggio della Bibbia protagonista di un aneddoto ambientato all’epoca del re babilonese Nabucodonosor;
  • Regina di Quadri: Rachele, la consorte prediletta di Giacobbe;
  • Regina di Fiori: Argine; probabilmente un semplice anagramma di “regina” ma, secondo un’altra ipotesi, un riferimento ad Argea, madre di Argo e moglie di Polibio;
  • Fante di Picche: Ogier il Danese, protagonista di una chanson de geste medievale;
  • Fante di Cuori: Étienne de Vignolles, detto “La Hire”, condottiero francese protagonista della Guerra dei Cento Anni;
  • Fante di Quadri: Ettore, l’eroe omerico;
  • Fante di Fiori: Lancillotto.

Quali giochi fare con un mazzo di carte francesi

I mazzi francesi da 52 carte possono essere utilizzati per fare praticamente qualsiasi gioco, sia i solitari che quelli di squadra. Tra questi, i più famosi sono certamente il Poker, il Burraco e il Ramino (per il quale servono due mazzi) ai quali si aggiungono giochi italiani come la Scopa e la Briscola, per i quali si può usare un mazzo regionale da 40 carte o uno da 52, scartando le numerali dall’8 al 10.

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