Il
solitario è un tipo di gioco di carte in cui un singolo giocatore prova a raggiungere un determinato risultato, eseguendo soltanto i passaggi e le mosse previsti dal regolamento del solitario stesso. In questa definizione tanto ampia quanto generica rientrano principalmente giochi di carte (anche se esistono alcuni solitari che impiegano pedine o altro), perlopiù di origine continentale o di tradizione italiana. Se un tempo era indispensabile avere a disposizione uno o due mazzi di carte per giocare, oggi non è più così: grazie ad app come quella di
Digitalmoka è possibile dilettarsi con il classico
solitario online in qualsiasi momento, per sfidare la sorte e tenersi allenati. Nei solitari, infatti, la componente aleatoria è spesso decisiva e non sempre l’approccio strategico, per quanto corretto, è sufficiente a risolvere il gioco. Di seguito, vediamo come si gioca al solitario, facendo riferimento ad alcune delle forme più classiche e diffuse dei cosiddetti “
Patience game”.
Solitario istruzioni: che mazzo si usa
In linea generale, per giocare a solitario si possono utilizzare due tipi di mazzi di carte: quello francese oppure uno tra i tanti regionali italiani a semi spagnoli o latini. Poiché questi ultimi contano – salvo rare eccezioni – soltanto 40 carte, sono utilizzabili soltanto per i solitari di origine italiana mentre il mazzo francese standard può essere facilmente adattato – scartando le numerali dall’8 al 10 – per fare anche solitari che richiedono solo 40 carte. Solitamente, le
carte francesi si usano per i giochi di origine continentale o americana, così come per i solitari sviluppati direttamente per PC a partire dagli anni Novanta.
Regole solitario: come si distribuiscono le carte
La fase di distribuzione delle carte è fondamentale per il successivo sviluppo del solitario, dal momento che la disposizione delle stesse sul tableau dipende direttamente dai passaggi e dagli spostamenti di carte che il giocatore dovrà fare. In altre parole, lo ‘schema’ iniziale è funzionale allo svolgimento del gioco: di solito consente di individuare ‘basi’ e ‘pozzetti’ che saranno utilizzati nel corso della partita per spostare le carte o scartarle, a seconda delle esigenze di gioco e della randomizzazione del mazzo.
A titolo di esempio, riportiamo la distribuzione delle carte nel solitario classico. Dopo aver mescolato con cura il mazzo, specie se già utilizzato in precedenza, il giocatore dispone sul tavolo sette carte scoperte (o quattro, in una variante fattibile anche con le carte napoletane), una di fianco all’altra, nella parte alta del tableau; il resto delle carte viene posto a lato, a formare il pozzetto dal quale il giocatore attingerà successivamente. Questo tipo di distribuzione iniziale caratterizza un po’ tutti i solitari a carte francesi mentre alcuni tipici della tradizione italiana consentono di giocare il mazzo senza mettere nessuna carta sul tableau.
Come si gioca al solitario: svolgimento
Le regole del solitario classico sono piuttosto semplici ed intuitive; il giocatore deve seguire poche istruzioni di gioco per spostare prima le carte del tableau e poi giocare di volta in volta quelle rimaste nel tallone.
Lo scopo è quello di ‘riempire’ quattro basi, una per ogni seme, a partire dai quattro assi. La ‘costruzione’ di ciascuna base consiste nel collocare le carte in ordine progressivo crescente (dall’Asso al Re), spostando le carte dal tableau. Pertanto, il solitario si considera risolto nel momento in cui il giocatore è riuscito a svuotare il tallone e collocare tutte e 52 le carte nelle quattro basi.
Naturalmente, all’inizio le carte sul tableau saranno di semi diversi e disponibili in ordine casuale; di conseguenza, il giocatore deve spostare le carte da una colonna all’altra, cercando di creare delle sequenze progressive decrescenti (dalla carta di valore più alto a quella di valore più basso). Lo scopo degli spostamenti è liberare una delle sette colonne, così da avere maggior spazio di ‘manovra’ qualora le carte dal mazzo non siano sempre collocabili immediatamente in coda a una sequenza o in una base. In alcuni solitari vale la regola per cui si possono incolonnare solo carte dello stesso seme; in altri, invece, si possono combinare carte di seme diverso, purché dello stesso colore. Infine, vi sono giochi in cui è concesso creare sequenze numeriche solo con le carte dello stesso seme. In tal caso, la difficoltà del solitario aumenta notevolmente, mentre le possibilità di successo risultano piuttosto limitate.
Molto spesso, in questo genere di solitario di carte le regole consentono di attingere dalle basi, e di ‘riutilizzare’ carte già accantonate per allungare una sequenza aperta, così da poter spostare altre carte e proseguire il gioco.
Come si calcola il punteggio
A prescindere dalla tipologia, nel solitario
non esiste un vero e proprio punteggio; il giocatore si impegna a risolvere il gioco secondo regole ben precise, fin quando non può più effettuare alcuna giocata valida oppure esaurendo tutte le carte giocabili. Ciò nonostante, il concetto di ‘punteggio’ viene talvolta applicato ad alcuni solitari online nei quali il giocatore viene ‘premiato’ in base a quante carte riesce a spostare correttamente nei pozzetti. Questo meccanismo caratterizza alcune versioni digitali di solitari come lo Spider o il Canfield.
Possibili finali della partita
Come si può facilmente intuire, una partita a solitario ha soltanto due esiti: positivo o negativo. Nel primo caso, il giocatore è riuscito a raggiungere l’obiettivo previsto dal gioco e, pertanto,
ha risolto il solitario. Nel secondo, invece, le regole gli impediscono di effettuare altre giocate valide, pur avendo ancora delle carte a disposizione; di conseguenza, si considera il
solitario non riuscito.