La tradizione italiana dei giochi di carte si basa tanto su alcuni grandi ‘classici’ (come la Scopa o la Briscola) quanto su una vasta gamma di
solitari, tanto popolari quanto poco codificati, al punto che spesso perfino il nome resta incerto. Uno dei più famosi in assoluto resta certamente la versione con le carte italiane di un gioco tradizionalmente a carte francesi, disponibile anche in versione digitale, tramite l’app di
Digitalmoka, grazie alla quale è possibile fare un
solitario online in qualsiasi momento.
Per quanto riguarda, invece, quelli prettamente italiani, molto spesso prendono il nome da un particolare meccanismo di gioco o dalla distribuzione iniziale delle carte. È il caso, ad esempio, del cosiddetto “
solitario dell’orologio”, così chiamato per via della disposizione circolare delle carte durante la fase iniziale del gioco. Si tratta di uno dei solitari più semplici in assoluto, in cui conta soltanto l’elemento aleatorio, ovvero l’ordine di randomizzazione delle carte. È adatto ad ogni genere di giocatore, dal momento che non richiede l’applicazione di alcun tipo di strategia. Di seguito, vediamo come si sviluppa questo solitario e quali sono le regole per risolverlo.
Preparazione del gioco
Per la versione più semplice del solitario orologio è sufficiente utilizzare un mazzo da 40 carte; si possono quindi utilizzare la maggior parte di quelle regionali italiane a semi spagnoli o italiani (le napoletane, le piacentine, le siciliane, le lombarde, le venete e così via), oppure quelle a semi francesi. Se si ha a disposizione solo un mazzo di carte francesi da 52, basta scartare le numerali dall’8 al 10 per ottenere un mazzo da 40.
Del gioco esiste anche una variante leggermente più complessa, da fare con un mazzo di carte francesi standard da 52, come vedremo in seguito. Preparato il mazzo, basta mescolare le carte per poter cominciare a giocare.
Distribuzione delle carte
La fase di distribuzione iniziale prevede che il giocatore disponga
12 carte scoperte in cerchio sul tavolo, con ogni carta posta in corrispondenza di un’ora sul quadrante di un orologio (da cui il nome stesso del gioco). Per ottenere un cerchio il più preciso possibile, è consigliabile disporre sul tavolo prima le quattro che, rispettivamente, rappresentano le ore 9, 12, 3 e 6 su di un ipotetico quadrante; successivamente, tra due carte ne vanno disposte altre due in semicerchio, così da completare i quattro quadranti dell’orologio. Al fine di agevolare lo svolgimento del solitario, è bene che le carte non siano disposte troppo vicine tra loro ma distanziate a sufficienza. Il resto delle carte può essere collocato all’interno del cerchio così da formare il tallone dal quale il giocatore attinge le carte nel corso delle successive fasi del solitario.
Nella versione a carte francesi, invece, in fase di distribuzione il giocatore forma il quadrante dell’orologio creando
dodici mazzetti da quattro carte coperte ciascuno, mentre le quattro restanti vengono poste coperte al centro.
Come si svolge il gioco
Completata la distribuzione, il gioco (nella versione base) si svolge come segue:
- Il giocatore gira una carta dalla cima del tallone e la lascia coperta sul tableau, al centro del ‘cerchio’, a formare un pozzetto;
- Gira poi un’altra carta e la dispone scoperta sul tavolo;
- Copre tutte le carte presenti all’interno dell’orologio che hanno lo stesso valore numerale della carta scoperta in precedenza; pertanto, se la seconda carta girata dal tallone è un 6 di spade, il giocatore deve rigirare tutti i 6 che si trovano nella corona dell’orologio;
- Continua a girare le carte dal tallone due per volta, mettendo sempre la prima coperta sul pozzetto e la seconda scoperta, fin quando il tallone non si è esaurito. Alla fine, il giocatore avrà un pozzetto formato per metà da carte scoperte e per metà da carte coperte.
In alternativa, il giocatore può tenere il mazzo in una mano e girare una carta per volta; in tal caso, vale la regola di cui sopra: una carta viene messa coperta al centro dell’orologio e l’altra, scoperta, determina quali carte del ‘quadrante’ possono essere coperte.
Del solitario orologio a carte napoletane, come detto, esiste una variante che richiede l’utilizzo di un mazzo di carte francesi; si fonda sul medesimo principio di gioco ma si svolge in maniera piuttosto diversa. Il giocatore scopre la prima carta del pozzetto e la posiziona, scoperta, sotto il mazzetto posizionato in corrispondenza del valore numerale della carta. In altre parole, se la carta scoperta è un 4, andrà collocata sotto il mazzetto ‘a ore 4’; successivamente, il giocatore scopre la carta in cima al medesimo mazzetto e sposta anche quest’ultima sotto un altro pozzetto del quadrante (procedendo in senso orario a partire dal mazzetto posto ‘a ore 1’). Durante lo svolgimento del solitario, tutte le carte di pari valore numerale devono essere poste sotto il medesimo mazzetto mentre i Re vanno scartati e messi al centro del quadrante. Il giocatore attinge al pozzetto al centro del quadrante ogni qual volta, effettuando uno spostamento, scopre un Re (che essendo la 13^ carta di ogni seme non può essere collocata all’interno dell’orologio).
Obiettivo del gioco
Lo scopo di questo solitario è ‘coprire’ tutte le carte scoperte che compongono il cosiddetto “orologio”; di conseguenza, se al termine della distribuzione iniziale, all’interno dell’orologio si trovano quattro carte uguali, è automaticamente impossibile risolvere il gioco. In tal caso, infatti, nel tallone non c’è un’altra carta che consenta di ‘coprire’ le altre; ragion per cui, si può procedere direttamente a mescolare nuovamente le carte per poter cominciare un’altra mano.
Nella versione a carte francesi, invece, l’obiettivo è
creare 12 mazzetti formati da carte dello stesso valore, ciascuno dei quali corrisponde ad un’ora dell’orologio (in senso orario, si va dalla Regina posta ‘a mezzogiorno’ all’11 posto ‘a ore undici’, scartando i Re).
Il gioco si considera riuscito quando tutte le carte sono scoperte e tutti i mazzetti sono completi; qualora siano rimaste delle carte scoperte e il pozzetto centrale sia stato già ‘svuotato’, il solitario non può essere risolto.