Tipi di carte da gioco: quali sono


I giochi di carte sono un passatempo estremamente comune e molto diffuso, nonché radicati nella tradizione popolare di svariate culture. La sconfinata varietà dei giochi esistenti fa il paio con quella dei mazzi di carte utilizzati in tutto il mondo o soltanto in alcune regioni; di origini antichissime e spesso incerte, le carte da gioco rappresentano un universo ampio e diversificato, con lievi ma significative caratterizzazioni anche a livello locale. Se è vero che, nel mondo, le carte francesi sono probabilmente le più celebri – rese tali dalla straordinaria fama guadagnata dal gioco del Poker – va al contempo considerato che, a livello locale, esistono tante ‘variazioni sul tema’ e la realtà italiana, da questo punto di vista, è forse l’esempio più significativo.

Tipologie di carte da gioco

I diversi tipi di carte da gioco vengono generalmente raggruppati in base al ‘seme’, ossia il segno di riconoscimento iconografico che accomuna tutte le carte di una sequenza progressiva crescente, corrispondente ad un quarto del numero totale delle carte che compongono il mazzo. I semi più famosi e maggiormente riconosciuti a livello internazionale sono senza dubbio quelli francesi, caratterizzati da una doppia connotazione cromatica (due rossi e due neri). In italiano, i semi francesi sono: Cuori (rosso), Quadri (rosso), Picche (nero) e Fiori (nero). In un mazzo a semi francesi, le carte numerali vanno da 1 a 10: il valore della carta è espresso iconograficamente dal numero di simboli corrispondenti al seme (disposti verticalmente in modo simmetrico tra loro), nonché da indici posti agli angoli della singola carta. Esempio: sul 7 di Picche sono raffigurati sette simboli del seme di picche. In un mazzo di carte ‘francesi’ alle 40 numerali si aggiungono tre figure per ciascun seme, ossia Re, Regina e Alfiere identificati, rispettivamente, con K (King), Q (Queen) e J (Jack). Le figure sono solitamente raffigurate in maniera speculare, divise in due orizzontalmente o diagonalmente. In Europa sono molto diffusi anche i mazzi a semi ‘latini’ (italiani e spagnoli), che differiscono da quelli francesi sia per il numero complessivo di carte (quasi sempre 40 anziché 52) sia per la composizione dei singoli semi: le carte numerali sono 7 anziché dieci e le figure sono il Re, il Cavaliere e la Donna (o il Fante). Dal punto di vista iconografico, questo tipo di carte si contraddistingue per un disegno vivace, ricco di dettagli barocchi, colori sgargianti e, non di rado, iscrizioni caratteristiche. I semi, privi di una precisa connotazione cromatica, sono derivati dalla simbologia delle carte arabe e sono: Denari, Bastoni, Spade e Coppe. Spesso l’iconografia moderna conserva alcune caratteristiche antiche come, ad esempio, lo spazio destinato alle vecchie imposte da bollo. I semi prettamente spagnoli presentano disegni leggermente più stilizzati e sobri mentre quelli a semi (nord)italiani – in uso perlopiù in Lombardia, Veneto, Friuli e Trentino – sono caratterizzati da un’iconografia più elaborata: un tratto marcatamente distintivo è quello delle lame curve del simbolo del seme di Spade. In alcune regioni del Nord Europa e dell’Italia settentrionale vengono utilizzate anche carte a semi tedeschi e austriaci, delle quali esiste anche una variante a semi svizzeri. Nei mazzi adoperati in Germania, Austria e alcune zone del Trentino, i semi sono: Ghiande (Eichel), Foglie (Gras, Pik, Grun, Laub), Cuori (Herz) e Campanelli (Schnellen). Nelle carte a semi svizzeri, al posto di Foglie e Cuori, vi sono Scudi (Schilten) e Rose (Rosen).

Carte da gioco italiane

L’Italia vanta una notevole varietà di mazzi regionali che contraddistinguono la tradizione popolare da Nord a Sud; i diversi tipi di carte da gioco italiane hanno (probabilmente) un’origine simile, in quanto è opinione comune che i mazzi a semi spagnoli derivino dai ‘naibi’, introdotti in Europa dagli Egiziani Mamelucchi e poi diffusi a macchia d’olio lungo tutta la penisola a partire dal Medioevo. Svariate fonti storiche, infatti, testimoniano una florida produzione di carte da gioco, a cura di artigiani e stampatori, presso le maggiori città italiane, soprattutto nei territori conquistati o sottoposti al controllo degli spagnoli tra la fine del Medioevo e l’età rinascimentale. I moderni mazzi regionali italiani contano – con poche eccezioni – 40 o 52 carte; la maggior parte di essi ha diffusione locale (regionale o provinciale) ma spesso le aree di utilizzo travalicano i confini geografici. L’esempio migliore, in tal senso, è rappresentato dalle carte napoletane, popolari in tutto il Meridione e caratterizzate da una profonda affinità con altri mazzi di origine spagnola; se ne ha notizia già a partire dalla fine del Cinquecento, quando il territorio partenopeo, così come il resto dell’Italia meridionale, era sotto il controllo del Vicereame fondato dagli spagnoli. Il mazzo napoletano deriva probabilmente da quello siciliano, nonostante quest’ultimo conti 52 carte; le carte siciliane sono anch’esse a semi spagnoli, così come le piacentine, un mazzo tra i più belli dal punto di vista estetico che viene utilizzato soprattutto nell’area dell’Emilia occidentale, della bassa lombarda e della Garfagnana. Molto più variegata la distribuzione dei mazzi regionali nei territori dell’Italia settentrionale; in Lombardia, ad esempio, vengono utilizzati sia carte a semi italiani (non spagnoli), sia mazzi a semi francesi. Da questo punto di vista, la Lombardia si caratterizza per la più ampia varietà di mazzi regionali, espressione di una tradizione che affonda le sue radici nel XV° secolo, quando i giochi di carte erano già diffusi presso alcune corti nobiliari come, ad esempio, quella dei Visconti di Milano; non a caso, uno dei mazzi caratteristici lombardi è quello delle carte milanesi, molto simili ai mazzi di origine franco belga (tra cui le carte piemontesi). In Lombardia, però, si usano anche mazzi a semi latini, ovvero le carte bergamasche e le carte bresciane, entrambe derivate dalle antiche carte veneziane. Il Veneto, infatti, vanta una tradizione cartaria notevole, che oggi si esprime nelle carte trevigiane (o venete) mentre più a Oriente, in Friuli, è diffuso un mazzo leggermente diverso ma comunque affine (quello delle carte triestine), adoperato anche in alcune zone della Slovenia e della Croazia. In Alto Adige, invece, convivono le carte trentine – anch’esse di origine veneta – e il mazzo Salzburger, le uniche carte a semi tedeschi utilizzate anche in Italia. Completano il novero delle carte regionali italiane i mazzi in uso in Emilia-Romagna (bolognesi e romagnole), le carte sarde – diffuse solo sull’isola – a semi spagnoli e il mazzo genovese, che ha semi francesi al pari delle carte toscane.

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